Page 3 - storia_madonna di sulo
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Il Vicario perpetuo delle due parrocchie unite, avendo stabilito la sua dimora presso la
chiesa di Filetto, cominciò a trascurare la Chiesa di Sulo, per cui, come si rileva dai
verbali delle Visite Pastorali dell’Archivio vescovile, Mons. Claudio Ceccolini, nella
visita del 27 ottobre 1664 vedendo che tutto minacciava rovina ordinò dei restauri a
spese dei Gesuiti. Prima che si intraprendessero i lavori sopravvenne il terremoto del
1681, e Mons. Rasponi nella visita del 2 settembre 1690 la trovò addirittura labente e
giudicò pericoloso l’ingresso. A questo punto, come vedremo intervenne la Vergine
stessa.
Volle Maria che la Chiesa, già da tempo antico a Lei intitolata, divenisse nuova e
definitiva sede e trono di una sua taumaturga immagine, meta di pellegrinaggi delle
circostanti campagne, centro di preghiera e di fede per queste pie popolazioni. Così
con le offerte dei fedeli fu decentemente restaurata e decorata, per l’affluire dei devoti
fu ristabilita la regolare ufficiatura, e incominciò per la chiesa di Sulo un’epoca nuova.
Un possidente del luogo regalò circa 2000 metri quadrati di terreno adiacente, affinché
i pellegrini vi si potessero riparare ed agli alberi ivi piantati legassero le loro
cavalcature. Ma, non sappiamo come e perché, i Gesuiti ne fecero un vivaio per uso
delle possessioni a loro cedute.
Nel 1773, soppressi per decreto di Clemente XIV i Gesuiti, i loro beni passarono ad
una Congregazione Romana incaricata della loro amministrazione, che continuò a
versare scudi 13.28 al Vicario perpetuo di Filetto e Sulo.
Il Vicario di quel tempo, D. Francesco Vicchi, pensò giustamente di fare istanza alla
competente Autorità ecclesiastica per il ripristino delle due parrocchie e la
reintegrazione delle loro doti. Ma la Curia vescovile di Forlì espresse voto sfavorevole
e la pratica andò a vuoto. Unico risultato fu la elevazione della pensione del Vicario a
scudi 80 con l’obbligo di mantenere un coadiutore.
Dopo la Repubblica Cisalpina, il regno Italico di Napoleone rispettò i beni delle
Parrocchie, appropriandosi quelli delle Congregazioni religiose. Sarebbe stato il
momento di distinguere nella massa dei Beni della Compagnia di Gesù le due doti
parrocchiali. Ma chi doveva farsi vivo, tacque, e i beni prebendali di Filetto e Sulo l’il
novembre 1811 furono venduti all’incanto alla famiglia Benzi di Forlì.
Caduto Napoleone e liquidato il Monte di Milano, al quale era passato l’onere del
pagamento dell’annua somma di scudi romani 80 al Vicario perpetuo di queste due
chiese, la S. Sede sostituì a tale supplemento di Congrua l’assegnazione alla
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