L'origine della chiesa, secondo una tradizione secolare, risale ai tempi di Galla Placidia (V sec.), ma in una pergamena dell'Archivio Arcivescovile di Ravenna la pieve è ricordata per la prima volta nell'anno 977, cosicché appare doveroso collocare tra il sec. VI ed il sec. X la sua originaria costruzione. Il primitivo assetto architettonico subì modifiche radicali tra il XVIII ed il XIX secolo, nel corso di importanti lavori che diedero al complesso una configurazione tardo barocca. La chiesa è stata ricondotta poi all'assetto creduto originario da più interventi realizzati nel XX secolo. Il corpo dell'edificio a tre navate appare inclinato verso oriente secondo la tradizione antica comune alle chiese d'oriente e d'occidente. La facciata, frutto di completo rifacimento, è in mattoni a vista, segnata da quattro lesene, presenta una grande bifora al di sopra del largo ingresso, cui si aggiunge nel fianco sud una seconda primitiva entrata. L'aspetto di maggior interesse architettonico è offerto dall'archeggiatura pensile che all'esterno movimenta le fiancate della navata principale con archetti raccolti a tre a tre, questa viene a formare in corrispondenza delle sei arcate interne ampi motivi. L'abside, orientata, è esternamente a sette lati e semicircolare all'interno; ospita un presbiterio sopraelevato per il più tardi inserimento di una cripta ad oratorio. Lo spazio interno è scandito da cinque pilastri per parte, doppiamente rostrati, realizzati in mattoni. La luce dell'edificio, dosata e rarefatta, viene data dalle tre finestre absidali e dalle sei esigue finestrelle presenti in ognuna delle fiancate maggiori. La cripta è costruzione posteriore alla chiesa e per la sua configurazione ad oratorio risale alla fine del X sec. E' formata da dodici archi delimitanti sette volte a crociera e quattro triangoli poggianti su quattro pilastrini con pezzi ornamentali di diversa datazione. Il campanile era venuto ad aggiungersi tra il XV ed il XVI secolo nell'angolo interno sudorientale della chiesa. L'abbattimento quasi completo del presbiterio, dell'abside e quello parziale della navata sud e del tetto, avvenuto il 30 ottobre 1944 con l'esplosione del campanile ad opera di mine tedesche, rese necessari rapidi interventi. L'alta torre campanaria attuale (24 metri) è stata edificata tra il 1961 ed il 1962 come costruzione indipendente, posta in prossimità del versante sudorientale della chiesa. Del patrimonio artistico della chiesa v'è da segnalare il pezzo marmoreo, fronte di altarolo, che si conserva sotto il moderno altare a mensa posto nel presbiterio. D'accurata fattura, è da assegnarsi al secolo VI. Numerosi resti di affreschi si trovavano nella chiesa fino alla distruzione di gran parte di essi, avvenuta nel 1944. Del frammento con “Madonna, bambino e san Pietro” (XV sec.) restano ridottissimi lacerti staccati collocati al di sopra dell'arcata del presbiterio, a sinistra di chi guarda verso l'altare.Alla destra di chi entra dall'ingresso principale, entro la struttura di un'ancona tripartita sono posti la “Vergine in trono col bambino, san Sebastiano e san Rocco” (XVI sec.).

San Pietro in Trento
(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)

San Pietro in Trento (San Pîr in Trent in dialetto romagnolo) è una frazione del comune di Ravenna nell'omonima provincia. Confina con le frazioni di Roncalceci, Pilastro, Filetto, Coccolia e a Sud con la provincia di Forlì.

Storia
Le origini di San Piero in Trento si devono a insediamenti di antiche popolazioni galliche e coloni romani, nel II secolo a.C., al termine della seconda guerra punica. Fino al XIX secolo la località aveva per nome «S. Pietro in Trentola». La seconda parte del nome deriva probabilmente da antiche misure agrarie (Trentula), mentre la prima parte trae origine dall'antica pieve dedicata ai santi Pietro e Paolo.

Monumenti e luoghi d'interesse
La pieve di San Pietro in Trento (appartenente alla diocesi di Forlì), che si incontra dopo circa 3 km provenendo da Coccolia percorrendo via Taverna (strada che attraversa tutto il paese) risale al VI-VIII secolo d.C.  A tre navate, in stile bizantino, è costruita con grossi mattoni. Ad abside circolare era interamente affrescata. Minata dai tedeschi nell'ultima guerra, restano pochi frammenti degli affreschi, mentre il campanile, crollato nello scoppio, è stato rifatto negli anni sessanta. Dal centro del paese, proseguendo sulla via Taverna verso Pilastro-Filetto, si può vedere villa Ramona, risalente alla fine del Cinquecento, ben conservata, dall'imponente cancello in ferro battuto. A poche centinaia di metri in linea d'aria è visibile quel che resta (parte della facciata) di villa Branzanti (ex Malagola). Dall'altra parte del paese, al confine con la provincia di Forlì, si erge la torre Albicini (un tempo dei marchesi Albicini di Forlì) chiamata più comunemente torre Sforzesca in quanto un'antica tradizione vuole fosse costruita nel XV-XVI secolo d.C. da Caterina Sforza. La leggenda narra che all'ultimo piano della torre ci fosse la sala delle torture

Chiesa di S.lorenzo
CHIESA DI SAN LORENZO
Processione Madonna in Sulo
Processione
Coccolia - Altare
altare
S.Pietro in Trento - Interno
interno1 low